giovedì 26 novembre 2009

SANTA MARIA SALOME Patrona di Veroli




















I festeggiamenti in onore di Santa Maria Salome a Veroli si tengono il 25 maggio e giorni precedenti. L'avvenimento è molto sentito dalla popolazione in quanto la Santa è la patrona della cittadina e della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino.
In questa occasione appuntamenti religiosi e civili si mescolano.
Per quel che riguarda il programma religioso, oltre alle varie Sante Messe, c'è la processione con le reliquie, la solennità liturgica della "Traslazione del Corpo" della santa e un pellegrinaggio a piedi. Per il programma civile, oltre ai consueti spettacoli musicali e ai fuochi d'artificio, c'è la tradizionale Fiera, la mattina del 25 maggio.


Questa Basilica, dedicata a Santa Salome, patrona e protettrice di Veroli, fu costruita nel 1209 quando, secondo le cronache medioevali, furono ritrovati i resti della Pia donna, testimone del Calvario di Cristo.
Sebbene violenti terremoti distrussero in parte il primo oratorio medioevale, i verolani non cessarono di venerare la Santa e non rinunciarono mai a ricostruire il suo tempio.

La Chiesa, come la vediamo oggi, è frutto dei lavori di ristrutturazione, compiuti nel 1700 su richiesta dei vescovi De’ Zaulis e Tartagni.





















L’interno, a tre navate, è ricco di belle tele e affreschi attribuiti al Cavalier D’Arpino, a F.Solimena, G. Passeri e G. Brandi, noti esponenti della pittura manieristica e barocca. Poche ma interessanti sono le tracce della primitiva chiesa medioevale: si notino gli affreschi del XIII- XV secolo, sulla parete del transetto a sinistra e nell’oratorio sottostante, con l’ingrasso dalla navata di destra.

Particolarmente elegante la Confessione, dove sono custoditi i resti di Santa Salome, che lasciò a Veroli un frammento della Croce di Cristo, murato nel dodicesimo gradino della Scala Santa, situata nella seconda cappella a destra, dove si può lucrare l’indulgenza plenaria, seguendo le indicazioni dettate da Benedetto XIV, nel 1751, e scritte sulla lapide a destra della scala.





Santa Salome nella tradizione

Dopo l'ascensione del Signore gli apostoli si misero in viaggio per portare il Vangelo agli altri popoli. S.Salome, dopo un lungo peregrinaggio, in compagnia di S.Biagio e S.Demetrio, giunse a Veroli. La Santa, stanca del viaggio, chiese alloggio nella casa di un pagano (poi battezzato col nome di Mauro), a poca distanza dalle mura della città, mentre i suoi compagni entrarono nella città e furono martorizzati. S.Salome rimase nella casa di Mauro, lo convertì al cristianesimo e dopo circa 6 mesi (3 luglio) morì.
"Con riverenza Mauro raccolse le spoglie per la sepoltura, le racchiuse in una urna di pietra, sulla quale incise le parole:
Hae sunt reliquiae B. Mariae Matris apostolorum Jacobi et Joannis.
Per la paura di subire anche lui il martirio da parte dei Pagani, Mauro si nascose nella Grotta di Paterno, e morì dopo tre giorni.

Trascorso molto tempo alcuni pagani trovarono l'urna, che conteneva le Reliquie della Santa e informarono il Preside, il quale, credendo vi fosse nascosto un tesoro, ordinò che gli fosse portata innanzi; fattala aprire, vi trovò i resti della Beata Maria, per cui, senza fare attenzione all'epigrafe, disse con rammarico:
Queste sono ossa di qualche cristiano: gettatele sulla piazza.
Intanto un Greco, di religione cristiana in segreto, si era recato dal Preside e leggendo la iscrizione pensò di portarsi in patria il prezioso tesoro. Di notte furtivamente raccolse tutte le ossa, le avvolse in un panno e le portò fuori la Città presso le mura; quindi sulla pietra e su una carta scrisse le parole:
Maria Mater Joannis Apostoli et Jacobi ene ista.
Infine nascose tutto fuori la Città presso una rupe fino al suo ritorno da Roma, dove stava per andare, in attesa di portarsi l'urna nella sua patria."

Il greco non potè effettuare il suo progetto e il corpo fu ritrovato nel 1209, da un certo Tommaso a cui S.Pietro e successivamente S.Salome apparvero nel sogno e rivelarono la storia e il luogo della sepoltura del corpo.
Infatti il corpo fu ritrovato il 25 maggio come indicato da Tommaso.
"Tre giorni dopo furono presenti sul luogo il Vescovo di Penne, l'Abate di Casamari e l'Abate di S. Anastasia in Roma con alcuni suoi monaci. Mentre i due Vescovi sollevavano in alto le Reliquie per mostrarle alla folla convenuta in numero di quasi cinque mila uomini, da un osso della tibia si vide sgorgare vivo sangue, come non avviene per le ossa aride separate dalle carni da tanti anni.
Nel vedere ciò, tutto il Popolo rese grazie a Dio"

La testa e le braccia furono legate in teche di argento e conservate nella tesoreria della cattedrale, mentre le altre ossa furono messe in una piccola urna che venne custodita sotto l'altare del piccolo oratorio che fu costruito subito sul luogo del ritrovamento.
Più tardi si costruì sopra l'oratorio l'attuale Basilica.
Durante il terremoto del 1350 la Chiesa subì gravi danni e le reliqiue furono traslocate nella Cattedrale, per tornare di nuovo alla Basilica nel 1742.



Le ultime novità sulle indagini scientifiche avviate dai Ris di Roma ad agosto del 2008, per far luce sul mistero della Santa giunta a Veroli da Gerusalemme, madre degli apostoli Giacomo e Giovanni: Santa Salome.


È scritto tra le pieghe storiche di una pergamena se le ossa del cofanetto di Santa Salome siano di una donna del primo secolo dopo Cristo. Tra gli oggetti rinvenuti all'interno dello scrigno, c'è uno scritto con caratteri in greco antico che potrebbe contenere la soluzione al dilemma se effettivamente le ossa della donna dentro il giaciglio siano di un corpo davvero vissuto e martoriato nel periodo cristiano.

La pergamena ritrovata con gli altri reperti, secondo quanto spiegato dal Parroco don Angelo Oddi, «partirà alla volta dell'archivio Vaticano, dove esperti linguisti scioglieranno le riserve sulla datazione del contenuto». Ma ad aver suscitato interesse e attenzione da parte degli studiosi, sono gli altri oggetti ritrovati all'interno dello scrigno: un velo medievale di tre metri di lunghezza e sessanta centimetri di larghezza, altre ossa di due corpi maschili e una medaglia templare, coniata a Gerusalemme.

In particolare questo ultimo elemento potrebbe far ipotizzare che siano stati proprio i cavalieri di Cristo ad aver contribuito fortemente alla costruzione della basilica dedicata alla Santa Patrona di Veroli dopo il 1209, anno del ritrovamento delle reliquie. Peraltro incise sopra il cofanetto ci sono tre croci patenti templari che rimandano ancora una volta all'ordine guerriero. Tornando poi alle altre ossa rinvenute, potrebbero essere addirittura quelle dei santi Biagio e Demetrio, della morte dei quali si ha notizia di essere avvenuta a Veroli. E proprio le condizioni delle ossa più importanti, quelle del cranio della donna, farebbero pensare a Maria Salome deceduta in seguito a percosse e ferite. Quei segni potrebbero essere quelli lasciati da una daga romana sul corpo della Santa che avrebbe portato la mirra al sepolcro di Gesù. Le lesioni subite avrebbero causato la paralisi della martire per oltre tre mesi, aggravandone le condizioni e prolungandone l'agonia.

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